"Fare questioni di questo genere, significa cavillare, esaminare con eccessiva pignoleria, insistere pedantemente su cose prive di vera importanza”.
Altra bella definizione enciclopedica: "De lana caprina (Di lana caprina) locuzione latina utilizzata in riferimento a qualcosa di cui si parla, per evidenziare l'inanità o la superfluità del discorrerne. Il significato è quindi parlare di qualcosa di inutile, privo d'importanza o di attinenza all'argomento della discussione.
Il decreto legge in materia di Giustizia approvato più di due settimane fa dal Consiglio dei Ministri, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e, per alcune parti, è già operativo. Una di queste, prevede la semplificazione delle procedure di separazione e divorzio, grazie al ricorso a quella che è stata definita “negoziazione assistita”.
In sostanza, la
coppia che decide di separarsi o divorziare consensualmente, lo potrà fare
senza alcuna necessità di rivolgersi al Tribunale, dato che sarà sufficiente
sottoscrivere il relativo accordo, firmato anche dall’avvocato, e poi
trasmetterlo in copia autentica, nel termine di 10 giorni, all’ufficiale delle
stato civile del comune dove è stato iscritto il matrimonio, oppure “trascritto”
in caso di matrimonio concordatario. Sarà, anzi, possibile rivolgersi
direttamente all’ufficiale dello stato civile, anche senza l’intervento del
legale.
In pratica, la
nuova normativa semplifica “quello che è già abbastanza facile”, perché le
procedure consensuali godono già adesso di una corsia preferenziale in quasi
tutti i tribunali del Paese. Mentre, invece, non cambia nulla quando manca il
completo accordo dei coniugi, rendendo così indispensabile il ricorso alla
separazione o al divorzio “giudiziale”, con conseguente allungamento dei tempi.
Non cambia nulla
nemmeno in relazione ai tempi necessari per richiedere il divorzio (tre anni
dalla separazione); almeno fino a quando il Senato non avrà approvato (sempre
che lo faccia senza modifiche) il provvedimento già passato in prima lettura
alla Camera dei Deputati. Una volta approvata in via definitiva, basteranno sei
mesi dalla separazione consensuale ed un anno da quella giudiziale, per
ottenere il divorzio.
Va peraltro
sottolineato che questa semplificazione nelle procedure, già entrata in vigore
con il decreto legge pubblicato venerdì 12 settembre sulla G.U., non riguarda i
casi in cui ci siano figli minori; oppure anche maggiorenni, se affetti da
gravi handicap o non autosufficienti economicamente.
Infatti, il
c.d. “divorzio fai da te”, facilita, semplifica, velocizza e rende certamente
più economica la separazione ed il divorzio; ma solo (sic) in caso di accordo
consensuale dei coniugi ed in assenza di figli minori o anche per i
maggiorenni, nei casi specifici appena citati.
Pertanto, all’entusiasmo di chi applaude a tale riforma presentandolo come un “testo
rivoluzionario” “un atto di civiltà, grande segno di riforma liberale” (Cit.
On. Concia), rimangono pur sempre dubbi e forti perplessità.
In primis la riduzione dei tempi di decorrenza per l’ottenimento dl divorzio non semplifica la procedura, né la macchina del contenzioso legale che al contrario avrebbe potuto conoscere un reale cambiamento nell’unificazione della separazione e divorzio in un unico atto di certo applicabile in tutti i casi di coppie in accordo a divorziare o sprovviste di figli minori.
A conferma di ciò, la circostanza che nel 98% dei casi ogni separazione si trasforma in divorzio sia in Italia, che a Malta, in Irlanda del Nord e Polonia, dove la separazione legale è ancora obbligatoria e necessaria per la proposizione della domanda di divorzio.
In primis la riduzione dei tempi di decorrenza per l’ottenimento dl divorzio non semplifica la procedura, né la macchina del contenzioso legale che al contrario avrebbe potuto conoscere un reale cambiamento nell’unificazione della separazione e divorzio in un unico atto di certo applicabile in tutti i casi di coppie in accordo a divorziare o sprovviste di figli minori.
A conferma di ciò, la circostanza che nel 98% dei casi ogni separazione si trasforma in divorzio sia in Italia, che a Malta, in Irlanda del Nord e Polonia, dove la separazione legale è ancora obbligatoria e necessaria per la proposizione della domanda di divorzio.
Costituisce poi una reale problematica anche l’attuale proposta che distingue tra figli minorenni e maggiorenni. Tale
innovazione, folle e controproducente cosi come definita dall’Avv. Alessandro
Gerardi, Tesoriere della Lega Italiana del divorzio breve, costituisce
presupposto di ulteriore conflitto per i genitori di minorenni che , al
contrario, dovrebbero vedere semplificata, più degli altri, la procedura di
divorzio al fine di accelerare quello sgancio che facilita i rapporti genitoriali
nell’interesse dei minori, utilizzati strumentalizzati proprio dal vincolo che
la coppia continua ad avere fino al divorzio stesso.
La
società italiana, nei profondi cambiamenti socio-culturali negli ultimi
quaranta anni, ormai da troppo tempo chiede un intervento rapido ed efficace
del legislatore al fine di ottenere un’amministrazione della giustizia meno
dispendiosa, lenta e farraginosa.
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